Dopo la visita in K-array, il team marketing è tornato in missione nel Mugello, per raccontare un’altra azienda partner di Develer.
Siete mai stati in un’azienda in cui l’aroma di caffè vi accompagna ovunque e dove la cultura dell’espresso permea qualunque dettaglio?
No?! Allora non siete mai stati negli stabilimenti di La Marzocco, azienda fiorentina che dal 1927 produce e distribuisce macchine professionali da caffè!
Allerta spoiler: la parola caffè ricorrerà parecchie volte in questo articolo, e no, non esistono sinonimi, il caffè è il caffè! 🙂
Passato il lago di Bilancino, addentrandosi un po’ tra le colline verso Scarperia, la statua di un leone araldico – in onore al Marzocco fiorentino, quello scolpito da Donatello nel quindicesimo secolo e da cui prende il nome l’azienda – ci accoglie sotto il portico.
La frase di benvenuto “Come as you are, leave as a friend” ci introduce nell’atmosfera amichevole, ma il vero mood aziendale lo intuiamo quando Alla Glushchuk, responsabile social e marketing che ci accompagnerà per tutta la nostra visita, pronuncia la fatidica frase:
“Posso offrirvi un caffè?”
Secondo allerta spoiler: anche questa domanda ricorrerà spesso!
La prima area dove veniamo fatti accomodare ha pavimenti in cotto, divani in pelle, travi a vista, mobili rustici in legno e affaccia sugli ulivi. Un ambiente che grida al mondo le radici toscane e sussurra al visitatore l’età dell’azienda: non è moderno, ma caldo e confortevole, ha un che di antico e contadino, ti senti quasi come se fossi a casa dei nonni.
Qui che fai, non te lo prendi un caffè? È la stessa Alla a prepararcelo, e non è un caso. Mentre si destreggia sapientemente con una macchina da bar, ci spiega che ogni dipendente, qualunque ruolo ricopra, fa un corso apposito per imparare a preparare l’espresso. E che esiste addirittura un’Accademia del Caffè Espresso a Fiesole, nella sede storica La Marzocco, la cui missione è preservare e divulgare la cultura del caffè espresso, diffondendone la conoscenza e la rilevanza a livello globale.
Poggiate le tazzine, dopo un giro sul terrazzo col forno a legna e un’occhiata veloce all’esposizione di macchine storiche, arriviamo nel reparto a noi più affine, quello della Ricerca e Sviluppo.
Qui incontriamo Shayan Aslani, responsabile del progetto IoT che abbiamo realizzato insieme.
Prima di iniziare a parlare, immancabile la domanda di rito: “Posso offrirvi un caffè?”
Shayan ci spiega nel dettaglio questo progetto estremamente sfidante, in cui abbiamo coniugato l’uso di tecnologie avanzate con il prodotto artigianale La Marzocco: rendere smart le macchine professionali da bar, creando su di esse un sistema per acquisire e inviare a una piattaforma cloud i loro dati, come il caffè utilizzato, la temperatura e la quantità di caffè fatti. Immaginate il grande vantaggio per un locale che prepara migliaia di caffè al giorno: con questo controllo remoto, è possibile avere una reportistica precisa e aggiornata, fare statistiche, gestire meglio gli ordini e i consumi.
Lasciamo il reparto R&D e scendiamo le scale; dopo aver indossato delle sovrascarpe antinfortunistiche, entriamo nel reparto produzione, il vero cuore pulsante de La Marzocco, ipermoderno, là dove le macchine vengono assemblate a mano, provate e spedite.
Alla ci spiega che l’area produzione sta crescendo a dismisura, che gli ordini sono aumentati, anche e soprattutto con la pandemia, e che questi ambienti – che già sono nuovi – non bastano più e dovranno presto allargarsi ancora.
Mentre giriamo tra banchi e banconi, parliamo con tecnici, artigiani e addetti al magazzino: ognuno è un professionista che ci spiega nel dettaglio che cosa sta realizzando. Si vede la competenza, ma soprattutto si percepisce l’orgoglio di star portando avanti una grande tradizione.
Probabilmente mettono in pratica le parole di Piero Bambi: “Si può trasmettere una tecnica, ma la passione si sviluppa solo con la dedizione, l’amore, l’orgoglio e il rispetto del proprio lavoro”.
E quando si parla di Piero Bambi, venuto a mancare nel 2020, indimenticato e indimenticabile presidente onorario di La Marzocco e figlio del fondatore, vediamo inumidirsi parecchi occhi.
Per tirarci su, passiamo nell’area relax. Potremmo prenderci un caffè, ma decliniamo gentilmente temendo la tachicardia, e ci godiamo questo grande ambiente, pieno di verde.
Ma cos…? Gli alberi accanto alle finestre sono veri alberi di caffè!
Facciamo il giro tra un calcio balilla storico, una fedele riproduzione dell’autodromo del Mugello con annessa pista perfettamente funzionante e la saletta gioco per bambini, con macchinette La Marzocco, tazzine in legno e tavolini a forma di chicco di caffè, fino ad arrivare al vero pezzo forte: il museo.
Avete presente le capsule del tempo, quelle appositamente preparate per tramandare nel futuro pochi e iconici simboli di un’epoca, per testimoniarne lo spirito e il pensiero? Ecco: qui tra un juke box, una vespa, un listino prezzi con le lire e una chitarra elettrica, è possibile ripercorrere la storia dell’Italia, dal dopoguerra ad ora. Non c’è nulla di scritto, è un percorso emozionale, che intreccia ricordi collettivi e memorie di un’azienda, per sorridere di alcune cose e versare una lacrimuccia di commozione per altre.
Nel frattempo, è arrivata l’ora di pranzo: i tortelli mugellani al ragù ci aspettano nella bellissima sala con trompe l’oeil di Firenze, e noi non ci facciamo attendere! L’ultimo caffè dopo pranzo e ci lasciamo, con la promessa di vederci la prossima volta in Develer per un corso sul caffè, tanto la macchina professionale l’abbiamo già!
Grazie ad Alla per la pazienza, la simpatia e le chiacchiere, e grazie a Shayan e a tutti i tecnici che hanno condiviso con noi questa splendida giornata.
Scopri cosa abbiamo realizzato con La Marzocco: video.